lunes, 3 de febrero de 2014

UCCISA E PORTATA AL LIDO IN UN TROLLEY: PRESI I KILLER DELLA GIOVANE IRANIANA



  Sono stati scoperti e fermati dalla Squadra Mobile i due presunti assassini dell'iraniana Mahtab Ahad Savoji, 31 anni, il cui cadavere è stato trovato la mattina del 28 gennaio in un canale delLido di Venezia
Si tratta di una coppia di connazionali della vittima con i quali, quest'ultima, condivideva una delle tre stanze in un appartamento di Via Pericle a Milano. Il cadavere della donna, uccisa per strangolamento e poi denudata, è stato messo in un trolley che i due iraniani - lei 30enne cameriera in un albergo milanese e lui 29enne portiere in un altro albergo - hanno trasportato in treno da Milano a Venezia fino al Lido. Qui è stato gettato il corpo in un canale dai due indagati che hanno fatto poi rientro nel capoluogo lombardo con un taxi, pagando 500 euro la corsa. I due sono stati sottoposti a fermo dal pm milanese Grazia Predella con l'accusa di omicidio volontario in concorso e soppressione di cadavere. Risolto così in meno di una settimana dalla squadra Mobile di Venezia e Milano quello che, in un primo momento, si era profilato un giallo di non facile soluzione. FORSE UCCISA PER AVANCES RIFIUTATE Forse si nasconde in un approccio rifiutato il movente dell'omicidio dell'iraniana Mahfab Ahadsavoji, 29 anni. Ne avrebbe compiuti 30 anni il 25 febbraio. Rajeshwar Singh, 29, fermato assieme alla fidanzata Gagandeep Kaur, 30, entrambi indiani e non iraniani come appreso in un primi momento, aveva fatto delle avance alla vittima, che lo aveva respinto. Quando il corpo, nudo, venne trovato nel canale al Lido, con solo una collana al collo, la polizia temette che sarebbe finita per diventare un 'cold case'. L'autopsia stabili che la donna era stata strangolata e poi gettata in acqua. Uccisa il giorno prima del ritrovamento, intorno alle 14. Le impronte digitali hanno portato poi a identificare la donna, una costumista conosciuta nel suo paese che era ritornata in Italia due mesi fa per fare un corso di specializzazione all'Accademia di Brera. Condivideva una stanza con la coppia indiana, che in Questura a Milano ha detto di aver lasciato Mahfab a letto che stava ancora dormendo. Quel giorno la vittima avrebbe dovuto lasciare la stanza per trasferirsi da una connazionale. Però le telecamere a circuito chiuso della stazione ferroviaria veneziana ha immortalato i due indiani con un trolley e la testimonianza di un tassista lagunare ha chiarito che poco prima di mezzanotte del 27 gennaio i due stranieri gli avevano dato 500 euro per portarli fino a piazzale Loreto. Data la piega che le indagini stava prendendo, i due indagati si sono presentati alla 'mobile' con un avvocato riferendo di aver trovato Mahfab morta perchè «aveva bevuto tanto whisky», non sapendo che era stata già accertata la causa della morte per strangolamento. Così, messi alle strette dai poliziotti i due sono crollati e hanno confessato, riferendo tra l'altro di essere andati in treno a Lecco, con il cadavere della donna nascosto nel trolley, perchè senza patente e senza auto, pensando di gettare il corpo nel lago, ma di aver desistito per la presenza di troppa gente in quella località. Così hanno deciso di spostarsi a Venezia, scaricando in laguna il corpo, pensando di essere al sicuro e di non venire mai scoperti. Ma le tracce che avevano lasciato dietro di loro erano troppe e alle due 'Mobilì è bastato ricomporre il puzzle per chiudere il caso. CADAVERE IN VALIGIA PER 12 ORE La coppia di indiani fermata per l'omicidio di una studentessa iraniana a Milano ha portato in giro il trolley con il cadavere per oltre 12 ore: dalla mattina del 27 alla sera dello stesso giorno. Secondo quanto raccontato dagli indagati e confermato dai riscontri tecnici, la mattina i due hanno messo il corpo nella valigia, sono partiti in treno per Lecco con l'intenzione di abbandonarla lì ma hanno dovuto rinunciare per il numero di presenti. A quel punto sono tornati a Milano, e hanno proseguito il viaggio con un altro treno per Venezia. Qui sono saliti sul traghetto per il Lido, dove hanno infine gettato il cadavere in un canale. Poi il rientro a Milano con un taxi. La studentessa viveva da circa un mese nella stessa stanza della coppia che l'avrebbe uccisa e dopo pochi giorni avrebbe abbandonato la casa perchè stanca di quella convivenza a tre. TENTATO DEPISTAGGIO Avevano cercato di depistare la polizia la coppia di indiani fermati per l'omicidio dell'iraniana Mahfab Ahadsavoji, 29 anni, avvenuto a Milano e il cui corpo era stato poi gettato nelle acque della laguna di Venezia. I due, Rajeshwar Singh, 29 anni, e la fidanzata Gagandeep Kaur, 30, si erano presentati in Questura a Milano il 27 gennaio per denunciare la scomparsa di Mahfab, affermando che l'avevano vista l'ultima volta mentre era ancora a letto a dormire, e poi di non aver più avuto sue notizie. La sera prima, il 26 gennaio - è il racconto -, avevano cenato tutti e tre assieme e avevano bevuto molto, in particolare l'iraniana che si era scolata mezza bottiglia di whiskey. Della scomparsa della giovane si era preoccupata anche la zia che, dopo averle mandato del denaro tramite money transfer, la mattina del 27, non era più riuscita a mettersi in contatto con lei. Molto in apprensione anche l'amica della vittima, sua connazionale, che l'attendeva a casa dopo la decisione di Mahfab di trasferirsi da lei, nonostante avesse pagato 250 euro alla coppia indiana per l'affitto di febbraio. L'amica le aveva mandato alle 12.21 un sms che non aveva avuto risposta. La stessa amica era a conoscenza delle avances dell'indiano che faceva sesso con la fidanzata davanti alla vittima, cercando di coinvolgerla inutilmente in un rapporto a tre. Una situazione di imbarazzo che andava avanti da un pò di tempo alla quale Mahfab voleva porre fine, lasciando per sempre quella stanza dove dormivano insieme tutti e tre. L'iraniana aveva già impacchettato la sua roba in due valige per andarsene, senza sapere che non avrebbe più lasciato quella stanza se non priva di vita e dentro un trolley, prima che il suo corpo fosse gettato via, ultimo disprezzo, come un oggetto qualsiasi.

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